Fly Fishing, la passione segreta
Ho acquistato la mia prima canna da pesca a mosca nel 1975 in un negozio di Treviso nei pressi della Stazione Centrale, era una Jet della Hardy e costava circa 20 mila lire. L'ho ancora a casa e non la tocco!
La comprai con i soldi con cui avrei dovuto acquistare un basso elettrico per diventare musicista ma nel breve viaggio in treno, cambiai idea e abbandonai il progetto di diventare musicista. Certamente meglio così..La pesca ha un appassionato in più e la musica , certamente un pessimo bassista in meno!
L’unica persona che conoscevo e che pescava a mosca era Carlo Bacchion , un ragazzo di Istrana (dove vivevo) e che mi portava a pescare in Piave e sul Sile con risultati deprimenti. Non prendevo nulla ma d'altra parte da assoluto autodidatta, imparai a lanciare.
Ancora oggi ho i morsetti Pragliola dell'epoca.
Per tanti anni sono stato un attento sognatore delle cose della pesca a mosca e la mia libreria contiene decine di libri del Pragliola, Lumini, Riccardi così come manuali Orvis, Devaux.
Abbandonai momentaneamente la pesca a mosca quando mi trasferii con i miei genitori a Roma e per un lungo periodo, tutte le scuole superiori, dimenticai canne e code pur rimanendo sempre affascinato dalle immagini che vedevo sulle riviste.
Ripresi contatto con la pesca a mosca durante i primi tre anni di Accademia Militare in cui costruivo decine di modelli di Devaux, Chamberet e le classiche come Tup’s , March, Olive Dun, Coachmann e la Paeshant Tail.
Molte di queste sono ancora presenti nelle mie scatole. La ripresa con il lancio e la posa dei miei artificiali, si ebbe quando venni trasferito nei paraggi di Foggia nella base di Amendola. Pur di fare qualche lancio ed assaporare la risalita di un pesce sulle mie mosche, mi facevo molti chilometri per raggiungere le acque dell'Ofanto alla ricerca di cavedani. Altre volte mi spingevo sul Volturno o sul Biferno.
Momenti magnifici, tante catture, tanti chilometri ed una tecnica improvvisata che però mi regalava soddisfazioni enormi anche nel retro bottega della mia testa vi era la certezza che mai avrei potuto andare al cospetto dei moschisti “veri” poiché non avevo frequentato corsi, lezioni di lancio e avevo scarse cognizioni degli insetti.
Pescavo a sensazioni ma non sapevo se facevo bene. Non dovevo essere poi così scadente se in Austria, pescando in una piccola risorgiva, cominciai a catturare trote e temoli (minuscoli) sulla mia secca anche davanti ad un famoso moschista che stava facendo un video e di cui ammmiravo la maestria.
La mia tecnica nel suo complesso, era modesta ma l'entusiasmo e la passione, inarrivabili.
Con gli impegni del surf casting e successivamente, del carpfishing, per circa 10 anni ho tenuto le canne da mosca in un cassetto fino al 2012 ano che definirei, della svolta del flyfishing.
Credo di aver dato tutto e molto altro ancora alla divulgazione del carpfishing, ho dedicato 20 anni a scrivere, filmare, catalogare e filmare.
Tutto quello che era possibile fare, l’ho fatto senza mai negarmi affrontando invidie, maldicenze e tutte le perfidie che si attira chi si mette in evidenza.Amici finti ed interessati solo ad avere uno spot light sulla loro testa scadente capaci di tradire non appena possibile...
Ora sono arrivato ad un livello in cui devo rifiatare e trovare nuovi stimoli per cui ho deciso di allontanarmi da un mondo in cui oramai fatico a vedermi per la troppo differenza che leggo e vedo in alcuni degli attuali protagonisti.
Vedo il carpfishing e i personaggi che lo popolano oggi e mi sento tranquillamente di affermare di non poterne più farne parte...mi spiace molto ma siamo lontani mille anni luce su tutti i punti di vista; a volte ci si sente marxiani a casa propria!
Troppi improvvisati, troppa carenza culturale se è vero che l’angler italiano sa poco o nulla della storia della pesca italiana, non legge e si auto-promuove sul campo.
Rifiatare significa non allontanarsi ma osservare in modo meno coinvolto, le dinamiche di un settore cresciuto troppo in fretta.
La svolta, dicevo, avvenne nel 2012 quando girai per National Geographic “The King Fishers” e mi ritrovai costretto a pescare a mosca in Spagna in un bellissimo torrente mentre nei giorni precedenti, avevo pescato alle Seychelles catturando mille prede.
L’amore per questa tecnica, questa volta con la consapevolezza di dover migliorare molto tecnicamente, era nuovamente sbocciata e a far aumentare ancor di più questo desiderio, l’apertura del tratto “NoKill” Aniene a 30 chilometri da casa.Due stagioni intense di Gail, Moll, Drava, Aniene, Trebbia, Pescara, Rienza, ma anche Orbetello, Yellowknife, Los Roques, Miami per imparare grazie a grandi maestri che mi stanno dedicando il loro tempo.
Trote, temoli ma anche bonefish e tarpon sono diventate prede che una volta speravo di prendere e che adesso inseguo non appena posso.
Nel frattempo continuo con carpfishing e surf, la barca a Ostia per tutto quello che mi passa per la testa; il mio lavoro me lo consente.
Poi, qualche anno fa la grande scoperta della Slovenia a Most Na Soci sull'Idjica e quindi sul fantastico e difficile Soca (Isonzo) per poi trascorrerer giornate memorabili sul Bacha, Trebusja, Tolminka, Savinjia.
Poi la scoperta del Sora con decine di temoli e la Sava Bojinika e il suo impressionante carico di pesce di alta qualità.
La tecnica si affina, le prede aumentano a disminura così come la passione e la voglia di confrontarmi a livelli sempre più alti e complessi.Recentemente le grandi pescate in Guadeloupe Francese a prendere snook, baby tarpon e difficili bonefish e prossimamente nuovamente nelle Everglades in Florida per beccare il mega tarpon!
Ora credo di essere diventato in discreto lanciatore, sopratutto in mare mentre qualche cosa si deve ancora affinare sulle acque molto correnti.
Ma ho tempo e voglia di farlo perché siamo arrivati al punto in cui non mi accontento più ed è iniziata la ricerca del perfezionamento, quello in cui solo una presenza di esperti può garantire.
Accanto a loro, ore di allenamento di lancio per perfezionare la tecnica, ore di visione di filmati e i primi gradi risultati e la stima di moschisti d alto livello, primo tra tutti Marino Di Luca, Paolo Ercoli, Carlo La Rovere,i fratelli Franzero e gli amici della SIM ma anche Franco di Los Roques e tanti altri che pazientemente mi porgono consigli per migliorare...credo che i risultati si comincino a vedere o perlomeno, vedo la mia coda andare dove dico io..e i pesci salire a prenderelemie imitazioni!
Dedico molto tempo alla pesca a mosca, molto altro ne dedicherò fermo restando che questo è l'indirizzo che voglio prendere come divulgatore cercando di rendere ancora più potabile a tutti gli appassionati, una tecnica che altri hanno dipinto come difficile..
Almeno per il momento poi, se un progetto che sto finalizzando andrà a punto allora insieme a moschisti di grande esperienza.
In questi ultimi anni ho poi scoperto l'UNEC la vera univeristà della pesca a mosca per il quale è stato amore a prima vista. Anche se soltanto quest'anno ho trovato la chiave di lettura di questo meraviglioso corso d'acqua arrivando a catturare decine di esemplari di grande taglia ed entrare nel ristretto club degli "over 50 cm".
Merito di Roberto Trabucco che mi ha svelato alcuni segreti che mi hanno permesso di approcciare il fiume in modo diverso ed efficace partendo da canne differenti come le Soldarini 9'6'' con coda 3 che mi hanno permesso di lanciare con precisione, controllare la mosca e combattere temoli anche molto grandi con tip 6x e 7x
Insomma, ho ripreso il fly fishing a tempo pieno e ne son entusiasta perché sto raccogliendo i risultati che speravo!


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