Qualche giorno fa appare su Facebook la foto di un tizio che mostra un tonno rosso sotto misura, preso certamente in periodo di chiusura. Ignoranza o imbecillità pura? Oppure, certezza dell'impunità o arroganza che insulta tutti color che rispettano le regole?
Non appena criticato e beccato in fallo, la foto sparisce e i maledetti che lo hanno beccato vengono cancellati dalla lista degli "amici".
....Ciccio....., sei stato beccato, speriamo ti vengano a chiedere il conto quelli della Capitaneria.......
E qui mi fermo perché ho un fegato solo.
Forse è sempre stato così ma, adesso che ci sono dentro da qualche annetto, mi rendo conto di quante storture esistano e di quanto sia bassa la maturità media degli attori in gioco.
Non salvo nessuno, nemmeno me stesso. La pesca ricreativa e i pescatori ricreativi sono un bel casino. Detto con affetto visto che ne faccio parte e condivido questo amore viscerale per la pesca a tutto tondo.
Facciamo un passo indietro.....
Quest’anno vengono assegnate 40 tonnellate ai ricreativi e subito si sollevano i calici perché la quota del MIPAAF è aumentata di oltre il doppio; molti degli addetti ai lavori storcono il naso ben sapendo che si tratta di un mezzo bluff ed alla fine hanno assolutamente ragione poiché con un beffardo decreto a firma di un ministro appena sceso dal treno (o dall’aereo, fate voi), la quota viene portata a 10 tonnellate. Facciamo un conto rapido sulla base media di peso sui 50 kg a pesce; sono circa 200 tonni da dividersi per circa 5000 barche che hanno richiesto il permesso. 200 tonni sono una calata di rete ben fatta da un long liner quindi tutti i pescatori ricreativi italiani che spendono milioni di euro in attrezzature e in benzina (ricordiamolo sempre, noi che non abbiamo incentivi o aiuti di Stato), contano un bel due di picche rispetto ad una qualsiasi carretta del mare che probabilmente distrugge in una settimana quello che noi possiamo fare in un anno. Bene oppue...., male..., non mi interessa; io rilascio.
Prenderei a pedate chi ha fatto fimare questo ennesimo schiffo ai ricreativi italiani per favorire una lobby di distruttori... visto non siamo noi ad arare sistematicamente ogni centimetro del Mediterraneo con reti che entrano nelle aree marine protette,, che seviziano tratti di costa in barba alle profondità minime e che distruggono ogni forma di vita gettando in mare ciò che non serve visto che migliaia di gabbiano seguono ogni peschereccio al rientro…
Al momento della concessione delle quote avevamo sentito dei piagnistei indecorosi del tipo:
“ Bisogna aumentare le quote perché i tonni stanno mangiando tutte le sardine” …
A parte il fatto che è il mare sarebbe cosa loro (dei tonni dico, non dei professionisti), non viene in mente a nessuno che invece sarebbe logico proibire al pesca delle sardine proprio per tutelare i branchi di tonni?
In Italia è argomento che non può essere nemmeno pensato….Come cakkio facciamo la pasta con le sarde ...eppoi le alici sottolio sono una squisitezza.
Peccato che siano anche la ragione numero 1 in Italia dei casi di Anisakis perché la marinatura non uccide il parassita.....Ma questa è altra storia.
“Il catch and release va proibito perché i tonni vanno a morire e noi ce li ritroviamo nelle reti”
Quindi in tutto il resto del mondo in cui si pratica il c&r sono dei fessi mentre noi conosciamo “la verità”.
Azz...questi italiani , hanno un paese che sta andando allo sfascio per colpa loro e insegnano al resto del mondo come si fa....
Ahhhhh....sono tutti CT della nazionale di calcio, questo lo dimenticavo!
Certo, qualche tonno stressato può anche andare a morire sul fondale, qualche ricreativo non conosce ancora le tecniche di rilascio ma, che percentuale si salva? Lasciamo perdere queste cose, volano troppo in alto.
Parliamo delle cianciole che in una notte hanno disintegrato le ricciole nell’AMP di Tor Paterno a Roma???
…Evitiamo altrimenti rischio l'incolumità....
Ma anche dalla parte nostra c’è bisogno di una forte autocritica; troppi tonni vengono presi e non dichiarati, troppi tonni vengono catturati in periodi di chiusura, troppi tonni vengono venduti in barba a tutte le regole.
Chi vende un tonno perde lo status di “ricreativo” e diventa un “bracconiere ed evasore fiscale” e come tale va trattato, poco importa se è il nostro vicino di barca.
Certo, in Italia abbiamo un evasore fiscale acclarato e condannato peri fondi neri che fa e disfa la politica .....per cui questa parola ha forse perso valore ma….lasciamo perdere.
Troppi sono i furbi che danneggiano anche chi crede invece che sia giusto comportarsi seguendo le regole. Questi comportamenti illegali favoriscono quella campagna, mica tanto sotterranea, che vuole la “quota zero” e la fine della pesca ricreativa del tonno rosso. Perché questa è la strada che si vuole intraprendere e poco importa se solo di benzina vengono dati allo Stato Italiano, milioni di euro in accise e altrettanti in IVA per le attrezzature e si tenga in piedi un sistema di negozi e attività industriali delicato ma vitale.
Ma allora, se penso a questa forma di violenza che viene perpetrata contro i ricreativi a vantaggio di chi produce un indotto inferiore al nostro e gode di aiuti continui mi viene da pensare….…. è una battaglia ersa in partenza oppure, insisti e insisti riusciremo a far cambiare la testa a qualcuno?
Sarebbe un grande successo riuscire ad evitare le mattanze di tonnetti, sarebbe un successo obbligare la gente a sapere cosa sta pescando, sarebbe un successo bandire dalla pesca ricreativa chi vende il pesce...ma sto correndo troppo questo mi è ben chiaro.
Intanto sostengo l'Alleanza Pescatori Ricreativi e il lavoro che IGFA, EFSA e Big Game Italia stanno facendo, ma questo non basta.
No, non basta affatto, serve molto altro. Servono gli artificial reef per proteggersi contro lo strascico. Serve bandire una volta per tutte le cianciole e le turbo soffianti.
Serve entrare nei mercati ittiici e impedire il commercio di pesce sotto misura. E cacciare coloro che si voltano dall'altra parte quando sono preposti al contriollo. Paese senza legge e senza Stato senza diritto.
E qui mi fermo perché sono un semplice angler che sogna.
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