pubblicato il 21/03/16
angelo borsetti il 22/03/16
Buongiorno Marco
Le scrivo come iscritto al movimento, come vecchio opinionista del mondo della pesca sportiva e come Representative della più grande organizzazione mondiale (no profit) della pesca sportiva, l’International Game Fish Association.
Il merito è la dichiarazione che mi pare poi smentita successivamente secondo la quale i ricreativi danneggiano i commerciali.
Superando qualsiasi possibile travisamento delle parole dette vorrei entrare nel merito della pesca sportiva e di ciò che significa sotto vari aspetti perché, troppe recenti e passate vicende contro di essa mi fanno ampiamente capire che non vi è la necessaria informazione sull’argomento.
Personalmente mi interesso di mare così come di difesa delle acque interne collaborando con i deputati Tripiedi e Ferrarese sul tema bracconaggio e da poco, con il Sen. Giarrusso sui problemi del mare.
Ma mi piacerebbe che tutto il movimento capisse di cosa stiamo parlando onde evitare errori di comunicazione.
La pesca sportiva in Italia è passione per oltre 1.5 milioni di persone delle quali oltre 1 milione in mare (censite dal Mipaaf).
Produciamo un indotto di circa 3 miliardi di euro nonostante l’Italia sia medioevo in termini normativi, di controlli, di strutture, di progetti, di idee e di prospettive.
Spendiamo e non percepiamo alcun aiuto di Stato quindi, contribuiamo e molto!
Nel nostro mondo operano 15 mila addetti, centinaia di aziende. giornali, tre canali televisivi ma, nonostante questo, non abbiamo voce in capitolo nonostante rompiscatole come il sottoscritto vadano ogni tanto in RAI a provare a difendere , con scarsi esiti, questo mondo.
Premetto che sono anche economicamente disinteressato perché di professione faccio tutt’altro, a scanso di conflitti di interesse.
L’idea che i ricreativi possano in qualche modo “disturbare” il quotidiano lavoro di distruzione del mare operato dai commerciali sbatte contro un dato che è univoco in tutto il mondo occidentale e frutto di studi congiuntamente alle maggiori università USA ed associazioni quali IGFA (mondiale), Big game (Italia), EFSA (Europa), EFFTEX (mondiale).
Ebbene, il dato è che la pesca sportiva preleva una valore tra l’1,5 ed il 2% della massa totale della risorsa ittica.
A quella commerciale spetta il 98% come dato ufficiale salvo poi addentrarsi in quello “nascosto” che vede nelle quote tonno degli sforamenti del 300%..
Parliamo del mercato ittico di Palermo o Catania dove giornalmente centinaia i pesci spada, ricciole, tonni rossi sotto misura sono venduti con i vigili che si girano dall’altra parte? E guai a fare una foto perché è tale la vastità del reato contro il mare che ci sarebbe da chiudere tutto?
Parliamo delle cianciole che al Circeo, in 5 minuti, hanno tolto 100 q.li di orate per poi venderle in nero nei supermercati e nelle pescherie di Pozzuoli? O i 40 q.li di ricciole tolte dall’AMP Tor Paterno o le 52 cernie estratte due anni fa su circa 60 censite con amore dai sub della stessa AMP???
Professionisti travestiti da bracconieri (o viceversa) ma nessuna multa perché “dobbiamo preservare la piccola pesca professionale…."
In Italia la pesca professionale non crea un indotto così grande da giustificare né le prebende di Stato né le facilitazioni né i compensi per i periodi di fermo biologico. Si limita a raccogliere da un bene comune senza investire ma, esclusivamente lucrando su di esso spesso in forma illegale (nelle barche esiste un caporalato diffuso ed una arroganza tale da permettere loro di infrangere le Aree Marine Protette laddove i ricreativi , pagano, per poterci rimanere accettando regole a volte astruse).
Eppure, per una sorta di lobbismo spinto all’estremo che parte dalla UE, sono intoccabili e lo saranno anche quando avranno estratto a forza l’ultimo grammo di pesce.
Lo sono, al punto da aver costretto alcuni parlamentari prezzolati (PD e PdL) a portare in Commissione Agricoltura della Camera e quindi, a licenziare, una proposta di legge che prevede che i ricreativi paghino una licenza e che il 60% di essa vada ai commerciali.
Operazione di una violenza assurda e penosa perché unica nel mondo. (Che ci guarda sconsolato e irridendoci)
Sia chiaro, nessuno della pesca sportiva, così malamente rappresentata e totalmente assente in Parlamento, pensa minimamente a fermare la pesca commerciale sebbene sarebbe auspicabile una totale rivisitazione delle regole vigenti che creano uno sbilanciamento di diritti e doveri che è come minimo, anti costituzionale.
Noi peschiamo in una spiaggia ed arriva il “professionista” e ci piazza una rete a 30 metri di fatto buttandoci fuori. Poco importa se abbiamo speso 100 euro di esca e 50 di benzina. In Italia funziona così…
Io auspico che l’M5S sia consapevole di tutto ciò e tenga a conto la grande insoddisfazione che cresce all’interno di un mondo fatto di un milione e passa di cittadini estenuati nel vedere violenza, soprusi e leggi che nel nome di una falsa e ipocrita tutela di una categoria,non riesce a vedere che esiste molto oltre una rete e dei pesci morti su un bancone del mercato.
Sa quando indotto crea (studio IGFA portato al Congresso USA due anni fa e firmato a Obama) un pesce vivo, pescato con metodi sportivi e poi rilasciato?
9 $ per chilogrammo ogni volta che viene pescato. Un pesce morto produce un valore e finisce li.
Con questo conteggio negli USA hanno messo furi dai ristoranti tutti i pesci rostrati (vela, marlin, spada) perché “dichiarati”Sport fish” e quindi, di alto valore economico per essere uccisi e cotti in padella.
Analogamente, il numero di posti di lavoro che quel benedetto pesce vivo produce? Circa 15, mentre nella commerciale meno di 2.
Vi è stato certamente un titolo frainteso ma l’eco che ha avuto nei Social è stato immediato e fragoroso.
Molti di noi credono che M5S possa rappresentare il passaggio dal medioevo in cui siamo piombati ad un Paese al passo con i tempi.
Certe affermazioni, certamente travisate, non fanno bene per cui ci i aspettiamo tutti una smentita fermo restando che sono a totale disposizione (lavoro permettendo) per confrontarmi con chiunque su numeri e situazioni.
In Liguria peraltro avete due eccellenze in materia come Laura Pisano (APR) e Marco Imparato (FIPSAS) che hanno una visione analoga alla mia.
Grazie per avermi dedicato qualche minuto
Buon lavoro e in bocca al lupo!
Roberto Ripamonti
Cpt. Roberto Ripamonti
Airbus A330 Driver
IGFA Representative
Angling writer and TV Maker
Commenti

Quante volte mi è capitato di andare a pescare è trovarmi costretto a cambiare aria perchè la spiaggia era inagibile per le reti da posta quasi sul bagnasciuga. Questo è frustrante quindi capisco bene Roberto che oltre ad essere un grande pescatore è sempre stato in prima linea nella difesa di noi pescasportivi quindi lo ringrazio e lo sprono ad andare avanti cosi'e non mollare.
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