pubblicato il 06/01/21

Pesca alla carpa, breve storia del video per Deagostini

Avevo conosciuto Mario Molinari alcuni anni prima, durante le varie apparizioni di Paul Kerry in Italia e successivamente, in qualche edizione dei Campionati Italiani di surf ai quali ero stato invitato.

Se avevo  convertito la ia classica “pesca alla carpa” in “carpfishing” passando, da un bel galleggiante e chicchi di mais o palline di polenta, in hair rig e boilies, indirettamente lo dovevo proprio a Mario. Lui non è uno qualsiasi, è stato certamente l’angelo più importante dalla seconda metà degli anni 80 in poi ed è grazie a lui se abbiamo scoperto il ledgering (ora feeder) e la pesca all’inglese!

Mario mi aveva messo in contatto con Paul Kerry per cose di surf visto che dovevo trascorrere, per ragioni professionali, ben tre mesi in Inghilterra nella cittadina di Colchester non lontana da Norwich dove abita Paul. Era una occasione che non potevo farmi scappare perché vi era la concreta possibilità pescare con lui nelle sue spiagge. Questo, devo dire, si verificò quasi subito! Dopo una settimana di Inghilterra avevo pescato con Kerry, incontrato John Holden e conosciuto Dave Docwra! Nomi che magari non dicono molto ad alcuni ma per chi conosce il surf e il long casting sa di chi stiamo parlando.

Accadde però una forte perturbazione con mare impossibile, cancellò una giornata destinata alla spiaggia di Lowestoff destinata ai “cod” (merluzzi) e Paul mi propose di passare la giornata nel laghetto di John Wilson, altro gigantesco monumento della pesca mondiale. Ricordo che Paul mi chiese se ci fossero carpe in Italia e quando gli dissi che ne avevamo molte ed anche molto grosse, mi fece vedere un sacchetto di palline rosse…

Erano dure, rotolate a mano senza dubbio e emanavano il tipico onore dei biscotti per cani. Paul mi disse che avremmo pescato con queste palline ma se avessi preferito pescare in modo tradizionale c’era una canna ed un galleggiante con una scatolina di mais. 

Puntai su questa nuova soluzione e scoprì per bene cosa significava l’innesco a “capello” e come si faceva un rig elementare. Lago era un 8 della Drennan e le canne, delle belle Daiwa con analoghi mulinelli. Il poi era Gardner con avvisatori Optonic.

Quel giorno catturammo qualche decina di carpe, tutte tra i 3 e i 6 kg e rimasi assolutamente sorpreso nel godere di quella giornata e il tutto fu così evidente che Paul mi regalò Carp Fever di Kevin Maddocks oltre ad alcune riviste storiche dell’epoca. Tutto sapeva di nuovo e quando Paul mi chiese se in Italia si praticava questa tecnica di pesca (1987) gli dissi chiaramente che avevamo visto alcuni avvisatori acustici in uno stand ma che non era praticata.

Da quel giorno scoprì un mondo completamente nuovo al punto da portarmi a soppiantare gradualmente il surf e il long casting.

Scrivevo per la rivista Pescare e mi dedicavo al surf tenendo questa nuova tecnica tutta per me e i miei esperimenti!

All’epoca abitavo in Puglia e le mie sessioni videro le acque di due laghi; Occhitto e Capacciotti nei quali le carpe brulicavano! Mai grosse ma, così tante che ogni giornata di pesca era una gioia; anche 20 pesci in poche ore. 

Agli inizi degli anni ’90 fui trasferito a Grosseto e pur continuando a pescare dalla spiaggia, avevo l’ombrine ed un paio di laghetti collinari come sede delle mie esperienze. La taglia era aumentata e pesci da 6-7 kg ogni tanto di facevano vedere, sopratutto in un posto in Ombrone con una profondità media maggiore e dove il fiume respirava.

Sempre per ragioni di surfcasting, chiamai Mario Molinari perché Paul Kerry, doveva venire a casa mia per qualche giorno e proprio sul finire della telefonata timidamente gli svelai che da qualche anno avevo cominciato a praticare anche il carpfishing.

Ricordo la sorpresa di Mario.

Ma davvero?? Lo sai che sto disperatamente cercando qualcuno per fare un video per l’Arte della Pesca della De Agostini?? Te la senti di fare un video per noi? Non ti devi preoccupare di nulla, l’attrezzatura deve essere Daiwa e te la porto io…

Accettai al volo!

Due settimane più tardi mi ritrovai all’appuntamento presso i Laghi di Montauro non lontano da Salsomaggiore…

Mario mi portò due canne Daiwa, rispettivamente un 1.75 libbre (che ocra conservo) ed una 2.5 libere. Due mulinelli, qualche amo e treccia Drennan e gli avvisatori Daiwa Sensitron.

Io invece avevo con me il mio rod pod Gardner, i miei rig oramai “sicuri”, qualche piombo e due sacchetti di boilies Richworth che avevo acquistato insieme agli avvisatori Optonic per il mio amico Andrea Baldeschi con il quale rollavo migliaia di boilies a mano, per sfidare i Bacini caverna tutte le volte (spesso) che salivo a Pisa.

Regista era il leggendario Renato Vacatello, l’anima di Fish Eye obbiettivo pesca., un professionista abituato ad attori veri e non certo a dilettando allo sbaraglio. ma era anche un grande appassionato di pesca e io ero a sua disposizione per imparare a stare davanti alla telecamera.

Ricordo che buttai qualche pallina in acqua, due palle di pastura e sotto l’occhio della telecamera predisposi tutto. Nell’attesa dovevo anche parlare e spiegare cosa stavo facendo. Devo dire che le cose stavano filando via abbastanza lisce; un paio di ciak per ogni sequenza parlata e Renato pareva incuriosito sia dalla tecnica che dal fatto che, a differenza di altri pescatori coinvolti in diverse tecniche di pesca, sembrava che sapessi parlare davanti ad una telecamera…..la qual cosa piaceva molto ai cameraman che non erano costretti a ripetere dieci volte lo stesso ciak!

Per queste occasioniserve molta fortuna sotto forma di una bella partenza che interruppe il panino e mi ritrovai con la canna da 1.75 libbre completamente piegata ed un pesce grosso dall’altra parte. 

Dopo 3-4 minuti, anche seguendo le direttive del regista, riesci a guadagnare questa splendida carpa a specchi sui 7.5 kg….non stavo più nelle mutande dalla gioia!

Dopo poco arrivò una seconda carpa sui 6 kg e quindi diverse altre di taglia più piccola. 

Nel frattempo le boilies erano quasi finite per cui chiesi a Mario di portarmi delle farine perché il giorno dopo a complemento del video, avremmo fatto le boilies direttamente durante la pesca.

va detto che la durata prevista delle riprese era di 5 giorni ma già alla fine del primo giorno tutto era andato per il verso giusto; il tempo, le catture, le riprese e anche le mie parti parlate per le quali era servito molto meno tempo del previsto.

Il primo video di carpfishing italiano  era chiuso ed ora si trattava di mettere insieme testi e foto per completare l’Enciclopedia della pesca. Per me fu l’inizio di una lunghissima corsa, inaspettata, quasi casuale ma certamente entusiasmante perché da quel video nacquero vari impulsi fondamentali come l’idea di creare Carp Fishing Italia di cui Ezio Steri fu il primo Presidente con i consiglieri Bellugi, Franci, Tornar e il sottoscritto. Nacque quindi il libretto “I segreti del Carpfishing” con i disegni di Brando Borghi e a complemento, il trofeo Big Carp Cup-Team Daiwa che premiava le migliori 30 foto di carpe catturate con questa tecnica.

Nel frattempo, le dimostrazioni di carpfishing presso i laghi di Mantova organizzati da Luca Foroni-La Mincio così come il primo Enduro a Soave.

Tanta roba come si direbbe oggi, nata dal nulla e senza quasi avere nulla se non un gruppo di appassionati travolti da un entusiasmo contagioso che si sarebbe propagato in tutt’Italia, da li a brevissimo!

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