Primo numero della rivista Pescare Carpfishing.
L'idea mi era nata un anno prima perché vedevo che doveva esserci una rivista dedicata a questa tecnica...ma come fare? Facevo il pilota ma oltre a scrivere articoli per le riviste di pesca e fare qualche video in vhs non avevo idea di come poter fare. Andai a Firenze da Alessandro Menchi, mega direttore dell'Olimpia e gli presentai ua idea di rivista. Lui ci pensò un attimo e poi mi disse "...OK si farà ma sarai tu a portarla avanti...
"OK, facile a dirsi ma come fare?
Chiamai l'amico Luca Foroni e gli comunicai che avevamo una occasione davvero unica. Insieme a Luca e Simona, sua moglie cominciammo a mettere giù idee.
Simona e io scrivemmo almeno il 75% della rivista.
Non scelsi io la copertina, non volevo essere io il primo ma Menchi decise così.
Il primo numero (7000 lire) fu un successo straordinario e nella casa editrice rimasero sorpresi nel vedere che le copie vendute erano state tante e le (poche" aziende del settore avevano aderito in modo entusiasta. C'era però il problema di dare continuità e poiché no potevamo scrivere la rivista in modo integrale, dovevamo trovare molti rinforzi e non solo in Italia dove muovevano i primi passi....
Quindi poi scrissi a Andy Little, Kevin Nash, Kevin Maddocks, Tim Paisley, Bill Cottam,Ronny De Groote, Jim Gibbinson, Ken Townley, Rob Maylin e altri top angler inglesi.
Poi chiamai quegli appassionati che mi sembravano in grado di portare avanti un discorso sul lungo periodo ed arrivarono entusiasti Daniele Campello,Stefano Forcolin, Graluco Grana,Pino Maffei,Agostino Zurma,Ermes Perin,Sandro Di Cesare, Andrea Coroi, Matteo Maranini, Andrea Zanchin, Charlie Vittiglio e tanti altri che man, mano invitavo a collaborare in quei giorni di grande entusiasmo.
Carpfishing era anche la voce di Carp Fishing Italia che disponeva di 18 pagine verdi dedicate e nelle quali tutte le sezioni locali potevano raccontare i fatti capitati nei tre mesi precedenti.
Insomma, era un bel giocattolo guidato da un pilota di caccia con mire giornalistiche, con l'aiuto di tanti altri appassionati altrettanto presi dall'idea di divulgare condividere esperienze di pesca e non solo.
Faticoso ma veramente entusiasmante. Ogni numero era scritto a macchina, le diapositive erano raccolte una dopo l'altra e personalmente traducevo dall'inglese e dal francese i testi degli autori stranieri cercando di tradurre in modo comprensibile a tutti, concetti che magari all'estero erano scontati mentre da noi erano quasi incomprensibili. Quella era la maggiore fatica perché Leon Hoogendijk scriveva articoli lunghissimi. Gibbinson era semplice e diretto, Townley era incomprensibile....altri erano probabilmente modesti scrittori nella loro lingua e risultava difficile comprendere cosa volessero dire veramente....
Ogni 3 mesi andavo su a Firenze a portare l'intera rivista che giorno dopo giorno, nasceva a casa mia dove arrivavano tutti i pezzo degli autori.
Poi in redazione, l'ottimo Antonio Brandi trasformava il nostro lavoro nella rivista che per 18 anni è finita nelle edicole di tutto il Paese.
Tutti hanno avuto almeno una copertina, tutti hanno avuto spazio fino all'ultimo giorno.Pescare carpfishing è stata una bella pagina di giornalismo e pesca.
Per 18 anni abbiamo raccontato la nostra pesca fino a quando e non certamente per colpa nostra, la più importante casa editrice del tempo libero fallì.
Chiudemmo ma erano anche arrivati i cuori tempi in cui la carta stampata stava esalando l'ultimo respiro e le aziende pensavano ai social gratis piuttosto che sostenere queste iniziative. Dopo di che fu il diluvio..
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